AL CONGRESSO REGIONALE DELLA CGIL. - 25 MARZO 2014 CATANIA-
La Regione deve aiutare chi vuole investire nel settore industriale: non c’è ancora una idea condivisa di politica industriale. - Ho partecipato al congresso regionale della Cgil, che si è svolto oggi all’hotel “Sheraton” di Catania e ho apprezzato la relazione del segretario generale della Cgil, Paolo Pagliaro che ha trattato tutte le problematiche della Sicilia, a partire dal lavoro. Ma l’incontro siciliano del sindacato è stata anche una occasione per fare emergere un sentimento critico per il modo in cui il Governo Regionale sta attuando la politica industriale. L’agricoltura, i servizi e il turismo, non possono garantire il benessere dell’intera regione senza una seria politica industriale. Necessita di maggiori condizioni di certezza chi è pronto ad investire, in termini di tempi e di buona burocrazia nella pubblica amministrazione. Mentre nel corso dei passati decenni ci si batteva perché le grandi aziende investissero in Sicilia, oggi c’è una situazione rovesciata: ci sono grandi gruppi che vogliono investire ma l’iniziativa imprenditoriale rimane bloccata nella “palude limacciosa” della burocrazia e dalla incapacità di esprimere una linea politica industriale. Diversi sono i casi di progetti rimasti “impantanati” in Sicilia, come l’impianto “Sasol” di Augusta o la possibilità di realizzare piattaforme petrolifere come quelle proposte dalla Edison, rimaste bloccate nei meandri degli uffici della Regione. Altro esempio è il fatto che a fronte di una proposta per reindustrializzare il sito di Termini Imerese, anziché fare scoprire le carte ai potenziali investitori la Regione rinuncia ad esprimere un ruolo di primo piano e rimanda tutto a Roma. Io penso che in un caso importante come questo bisogna esercitare a pieno la propria funzione ed il proprio ruolo di classe dirigente. E se dietro questa proposta non c’è nulla di concreto lo si deve fare emergere perché, come è successo in molti casi, ci si potrebbe trovare dinnanzi ad un progetto fittizio. Qualora, invece, il progetto risultasse serio, realizzabile e concreto, la Regione non può non avere un forte ruolo di accompagnamento e di sostegno.-