No. A tonnellate e tonnellate di cemento armato su coste ed aree di pregio
La richiesta "informale"
del sindaco di Siracusa Roberto Visentin avanzata - per altro in
maniera assolutamente irrituale - all'assessorato regionale ai beni
culturali di far slittare la data di avvio della concertazione,
prevista con decreto per giovedì 16, è da respingere per evidenti
motivi di ordine tecnico-giurdico e rappresenta l'ulteriore riprova di
come questa maggioranza che governa oggi
manifesti insofferenza per il
più elementare principio della democrazia che è il rispetto delle
regole.
Fare slittare indo ad alcune notizie diffuse dai media negli
ultimi giorni, la data di avvio della concertazione
vorrebbe dire,
infatti, far slittare a cascata anche tutte le altre date fissate nel
decreto. Il che si tradurrebbe nella necessità di riportare
provvedimento, che indica le scadenze provincia per provincia, sul
tavolo dell'assessore. Il decreto andrebbe riscritto e quindi
riportato
all'esame della giunta per una sua successiva approvazione.
Ovviamente a quel punto qualsiasi altro sindaco potrebbe provare a
seguire questa
strada e non si capisce per quale motivo non dovrebbe
trovare ascolto anche la sua richiesta con il risultato che, di rinvio
in rinvio, questa
concertazione non partirebbe mai.
Considerata
quindi l'assoluta improcrastinabilità della data di giovedì 16 per
l'apertura della fase della concertazione (il momento in cui la
Regione consegna agli enti territoriali la proposta di piano redatta
dalla Sovrintendenza ai beni culturali), diverso discorso è poi
valutare
l'utilità e l'opportunità di prevedere per le osservazioni
un arco temporale più adeguato rispetto ai trenta giorni previsti. E
qui l'intelligenza
politica di ciascuno rende facile immaginare che
nessuno erigerà le barricate nel momento in cui si tratterà di
consentire agli enti locali di
completare al meglio il proprio lavoro
prima della pubblicazione all'albo pretorio.
A partire da quel momento
scatterà poi la fase della sperimentazione, quattro mesi di tempo
durante i quali tutti i portatori di interessi
potranno proporre le
loro osservazioni che verranno analizzate da una Commissione terza. Un
iter, come si vede, articolato che ha bisogno di
mantenere dei punti
fermi, a cominciare proprio dalla data di avvio della concertazione.
Oltre a queste considerazioni ci sono poi tutte le valutazioni di
ordine politico: non si vede, infatti, per quale motivo perdere anche
solo un'ora
di tempo in più nel mettere a punto uno strumento
indispensabile per la salvaguardia del territorio. A meno che non vi
siano inconfessabili
interessi da parte di qualcuno di voler
alimentare questo clima da far west e di costante assalto alla
diligenza con la proposizione di nuove
opere, con progetti che
prevedono di riversare tonnellate e tonnellate di cemento armato su
coste ed aree di pregio con buona pace di chi
lavora per mettere a
punto un nuovo, equilibrato ed armonico progetto di sviluppo di
Siracusa.
Siracusa, 13 dicembre 2010
del sindaco di Siracusa Roberto Visentin avanzata - per altro in
maniera assolutamente irrituale - all'assessorato regionale ai beni
culturali di far slittare la data di avvio della concertazione,
prevista con decreto per giovedì 16, è da respingere per evidenti
motivi di ordine tecnico-giurdico e rappresenta l'ulteriore riprova di
come questa maggioranza che governa oggi
manifesti insofferenza per il
più elementare principio della democrazia che è il rispetto delle
regole.
Fare slittare indo ad alcune notizie diffuse dai media negli
ultimi giorni, la data di avvio della concertazione
vorrebbe dire,
infatti, far slittare a cascata anche tutte le altre date fissate nel
decreto. Il che si tradurrebbe nella necessità di riportare
provvedimento, che indica le scadenze provincia per provincia, sul
tavolo dell'assessore. Il decreto andrebbe riscritto e quindi
riportato
all'esame della giunta per una sua successiva approvazione.
Ovviamente a quel punto qualsiasi altro sindaco potrebbe provare a
seguire questa
strada e non si capisce per quale motivo non dovrebbe
trovare ascolto anche la sua richiesta con il risultato che, di rinvio
in rinvio, questa
concertazione non partirebbe mai.
Considerata
quindi l'assoluta improcrastinabilità della data di giovedì 16 per
l'apertura della fase della concertazione (il momento in cui la
Regione consegna agli enti territoriali la proposta di piano redatta
dalla Sovrintendenza ai beni culturali), diverso discorso è poi
valutare
l'utilità e l'opportunità di prevedere per le osservazioni
un arco temporale più adeguato rispetto ai trenta giorni previsti. E
qui l'intelligenza
politica di ciascuno rende facile immaginare che
nessuno erigerà le barricate nel momento in cui si tratterà di
consentire agli enti locali di
completare al meglio il proprio lavoro
prima della pubblicazione all'albo pretorio.
A partire da quel momento
scatterà poi la fase della sperimentazione, quattro mesi di tempo
durante i quali tutti i portatori di interessi
potranno proporre le
loro osservazioni che verranno analizzate da una Commissione terza. Un
iter, come si vede, articolato che ha bisogno di
mantenere dei punti
fermi, a cominciare proprio dalla data di avvio della concertazione.
Oltre a queste considerazioni ci sono poi tutte le valutazioni di
ordine politico: non si vede, infatti, per quale motivo perdere anche
solo un'ora
di tempo in più nel mettere a punto uno strumento
indispensabile per la salvaguardia del territorio. A meno che non vi
siano inconfessabili
interessi da parte di qualcuno di voler
alimentare questo clima da far west e di costante assalto alla
diligenza con la proposizione di nuove
opere, con progetti che
prevedono di riversare tonnellate e tonnellate di cemento armato su
coste ed aree di pregio con buona pace di chi
lavora per mettere a
punto un nuovo, equilibrato ed armonico progetto di sviluppo di
Siracusa.
Siracusa, 13 dicembre 2010