Iniziative per assicurare il funzionamento del consorzio di bonifica 10 di Lentini (SR).
All'Assessore per le risorse agricole e
alimentari e all'Assessore per l'energia e i servizi di pubblica utilità, premesso che ormai da molti giorni il consorzio di bonifica 10 di Lentini (SR) subisce inopinatamente il black out totale con la conseguenza dell'interruzione delle linee telefoniche, situazione che determina una condizione di rabbia e sconcerto sia da parte dei dipendenti che dei produttori agricoli che aspettano l'inizio della campagna d'irrigazione degli agrumeti della zona;
ritenuta abnorme ed intollerabile l'idea di non potere utilizzare l'acqua del lago di Lentini, per la cui ricostituzione le popolazioni e i produttori della zona nord della provincia hanno lottato per anni, con la conseguenza di dovere provvedere all'approvvigionamento utilizzando altre fonti con costi moltiplicati;
considerato che il consorzio di bonifica del lago di Lentini era considerato una sorta di fiore all'occhiello in quanto l'unico in attivo finanziariamente in tutta la Regione siciliana e che, nonostante il dettato della legge regionale n. 45/95 prevedesse la democratizzazione degli organismi rendendo protagonisti i produttori, tale norma per oltre 15 anni è stata disattesa e la gestione dello stesso è stata affidata ad una serie di commissari straordinari, con la conseguenza che oggi il consorzio è ridotto in stato 'comatoso'; ritenuto ancora che dietro tali decisioni ci potrebbe essere un preciso disegno politico teso a cancellarne l'autonomia gestionale, a cooptarne la gestione in altro ente, separandone la direzione dal coinvolgimento degli enti locali e dei soggetti interessati e affidandone invece la gestione a dirigenti della Regione, pur preparati e competenti, ma sicuramente non legati ed esterni al territorio; ritenuto, inoltre, impossibile garantire la gestione remota del più grande invaso d'Europa, della capacità di 130 milioni di metri cubi di acqua, senza risolvere, nell'ambito di questa nuova gestione, il problema della perdita del posto di lavoro dei lavoratori ex zona cave, profondi conoscitori dell'invaso, veri e propri specialisti della materia, della cui professionalità non ci si deve privare ai fini della sicurezza dell'impianto;
per sapere se non intendano, ciascuno per le proprie rispettive competenze, superare tale situazione di inefficienza gestionale istituendo apposito ufficio decentrato, da allocare presso lo stesso consorzio, per avviare, coordinare e dirigere una nuova gestione che chiuda con i guasti del passato e per garantire la manutenzione, l'ammodernamento, l'efficienza e la sicurezza degli impianti irrigui e dell'intero sito, valorizzando le professionalità esistenti e garantendo la razionalizzazione dei costi di gestione.
(9 giugno 2010)