Provincia: Bono prova la bravura di Marziano
Siracusa .Si consolida ogni giorno di più che il presidente della Provincia Nicola Bono non ha niente di proprio da inventare, dentro l'apparato dell'ente che gestisce dal dopo Marziano. Sono in tanti a pensare che quando s'è registrata qualche polemica agitazione diretta a dimostrare la cattiva conduzione dell'Ente di Via Malta da parte del suo predecessore, si è trattato solamente di una strategia psicologica messa in opera per depistare l'ingenuo e ignaro elettore di centrodestra che sente il bisogno di un punch ball da colpire con la faccia da comunista. Se è vero che i nodi, prima o poi, vengono al pettine, il presidente Bono dovrebbe già cominciare a contare. Farebbe bene a spiegare, cosa è cambiato alla Provincia Regionale di Siracusa da quando Marziano l'ha lasciata. La risposta ormai è nota a tutti, specialmente a chi ha creduto e votato Bono Presidente, illudendosi di voler cancellare l'esperienza di quel centrosinistra creato e ripetutamente rabberciato dall'ex capo cigiellino. Bono non ha saputo o voluto cambiare niente, proprio niente! La prova è venuta da sola alla ribalta in seguito alla recente nomina dell'apparato dirigente dell'Ente che praticamente è lo stesso creato da Bruno Marziano, eccezion fatta per un solo incaricato proveniente da Catania e scoperto casualmente, pensiamo, dal presidente in carica.
La parola d'ordine di Bono e dell'assessore Tino Di Rosolini è stata la conferma che Marziano è uno da imitare anche nelle scelte del personale "abbiamo fatto nomine non per il pedigree politico ma per le capacità dimostrate. Appunto, se avessero letto il pedigree avrebbero capito che a selezionare la razza era stato il precedente e tanto criticato inquilino. Ovviamente, le ristrettezze imposte, chissà perché solamente a Bono, non hanno consentito di rinominare tutti i dirigenti passati in fotocopia. L'uomo di Avola si è infatti "rammaricato per non avere potuto utilizzare tutte le professionalità, pur presenti nell'ente, a causa della scelta politica di limitare ad un massimo di 12 i ruoli dirigenziali. Il Capogruppo del PD, Carmelo Spataro, che ai tempi di Marziano era assessore ai lavori pubblici, ha fatto proprio notare come, alla fine. Bono ha dovuto confermare i dirigenti della passata amministrazione, e se la cosa giungesse a Striscia la Notizia siamo certi che verrebbe spontaneo riproporre la divenuta espressione pronunciata da Emilio Fede dopo aver fatto una figuraccia carpita dal pubblico. Ricordare che, anche lo staff della comunicazione creato interamente da Marziano è stato riconfermato e tenuto vicino dal successore, è solo la riprova che Bono non sarebbe stato capace di trovare di meglio. Ora anche l'on. Enzo Vinciullo, da sempre convinto che sarebbe spettato a lui il posto di Bono, s'è ammutolito e non riesce, coerentemente, visto che è stato sostenitore di Bono, a proferire parola alcuna di contrasto sulla qualità organizzativa dell'ex Presidente della Provincia diessino. L'operare del presidente in carica ha così messo timbro e firma sul quel marchio di qualità che Marziano, oggi deputato regionale del PD, rivendicava oltre le polemiche sui buchi lasciati in Via Malta. Se continuerà di questo passo, qualche mese ancora, e la permanenza di Nicola Bono, alla presidenza della Provincia, sarà una campagna elettorale continua per il prossimo candidato che il centrosinistra schiererà per riprendersi l'Ente. Peccato che, lui il Presidente voluto dagli astri, non riesca a capirlo.