Marziano sull'Università: "non faccia la marcia del gambero"
L’Università a Siracusa non può fare la marcia del gambero, anche se adesso mi pare addirittura di capire che nella nostra città sia a rischio la presenza stessa dei corsi di laurea, considerato che il Rettore è intervenuto sulle risorse e sul rispetto delle norme della convenzione.
Questo sarebbe accettabile nel caso in cui ci si trovasse in presenza di una riduzione sul fronte degli impegni logistici da parte del Comune o di quelli finanziari da parte della Provincia. L’Università di Catania ha diritto sino all’ultimo euro delle somme previste, ma non si può pretendere dalla Provincia somme non rendicontate. Da questo punto di vista trovo interessante l’intervento del capogruppo del Partito democratico al Consiglio provinciale, Carmelo Spataro, e del Presidente del consiglio provinciale, Michele Mangiafico dal quale si evince che ci sarebbe in corso una sorta di furbizia, nel tentativo di approfittare dell’esigenza di rivedere la convenzione.
Perché a sei anni dalla firma delle convenzioni è necessaria una revisione, ma non per ridurre l’impegno, considerato che hanno portato a Siracusa prima la facoltà di Architettura, in esclusiva per la Sicilia orientale, poi, nel 2003, altre due corsi di laurea e complessivamente sono arrivati 2300 studenti.
Nel frattempo, faticosamente, si è dato corso alla politica di erogazione dei servizi di assistenza per gli studenti come la mensa, le biblioteche, gli alloggi, in collaborazione con l’Iacp. Sarebbe un delitto rallentare o addirittura bloccare questo processo di crescita che da slancio all’intero territorio.
Tanto più che, se davvero c’è necessità di nuove somme, per fare fronte a nuove esigenze per migliorare i servizi, si possono utilizzare quelle delle tasse scolastiche, che fruttano annualmente circa un milione di euro. Come si era impegnato a fare al momento del suo insediamento il rettore Recca, che ricordo, individuò questa somma proprio da destinare agli investimenti.
E’ questa la strada da seguire per rilanciare l’Università a Siracusa, in un periodo nel quale rischia invece di ingranare la marcia indietro.
La nuova convenzione, le nuove norme sono un momento epocale per qualificare l’università a Siracusa. Anche per premiare lo sforzo che in questi anni hanno fatto il Comune, la Provincia, il corpo docente (che va ricordato non è composto da supplenti che arrivano da altre sedi, ma dispone di un organico proprio, motivato e di spessore). All’inizio le amministrazioni Cavallaro e Fatuzzo, poi con diverse novità e innovazioni le amministrazioni Marziano e Bufardeci, hanno fatto scelte importanti, che hanno sacrificato altre attività, ma che hanno ritenuto di puntare sull’Università a Siracusa perché consapevoli che avrebbe avuto un ruolo importante di arricchimento dell’intero territorio. Ritengo utile, a questo punto, un momento di confronto, un forum, tra il Comune, la Provincia, il Consorzio universitario e l’Università di Catania, e con il coinvolgimento delle rappresentanze istituzionali nazionali e regionali, per intraprendere una nuova strada che sia quella del rilancio e non dell’arretramento.
Per l’Università, da amministratore, assieme agli altri amministratori dell’epoca, ho fatto molto. Per questo faccio appello a nuovi amministratori e a tutte le istituzioni locali.